© Antonio vannucci
El modo e ordine a llavorare in uro, cioè in frescho, e di colore e incarnare viso giovanile. Chol nome della Santissima Trinitae ti voglio mettere al cholorire. Principalmente chomincio a llavorare in muro, del quale t'informo del modo che dei tenere a passo a passo. Quando vuoi lavorare in muro, ch'è 'l più dolcie e 'l più vagho lavorare che sia, prima abbi calcina et sabbione, tamigiata ben l'una e l'altra; et se 'lla chalcina è ben grassa e frescha richiede le due parti sabbione , la terza parte chalcina; e intridili bene insieme con acqua; e ttanta ne intridi che tti duri quindici dì o venti. E llasciala riposare qualche dì, tanto che n'escha il fuocho
Un grande triangolo acuto diviso in sezioni disuguali, che si restringono verso l'alto, rappresenta in modo schematico, ma preciso, la vita spirituale. In basso, le sezioni del triangolo diventano sempre più grandi ed estese.
Il triangolo si muove lentamente, quasi impercettibilmente, verso l'alto e dove « oggi» c'è il vertice, «domani ci sarà la prima sezione quello cioè che oggi è comprensibile solo al vertice, e per il resto del triangolo è ancora un oscuro vaniloquio, domani diventerà la vita, densa di emozioni e di significati, della seconda sezione. Al vertice sta qualche volta solo un uomo. Il suo sguardo è sereno come la sua immensa tristezza. E quelli che gli sono più vicini non lo capiscono. Irritati, lo definiscono un truffatore o un pazzo. Cosi disprezzarono Beethoven, che visse da solo, al vertice. Quanti anni ci sono voluti prima che una sezione più larga del triangolo arrivasse dove era lui! E nonostante tutti i monumenti in suo onore, sono veramente molti quelli che hanno raggiunto quel punto?
[Continua.........In ogni sezione del triangolo si possono trovare degli artisti. Tra loro, chi sa guardare al di là della sua sezione e un profeta e aiuta a muovere il carro inerte. Se invece non possiede quest'occhio acuto, se per finalità e cause meschine lo chiude o ne fa cattivo uso, viene capito e ce lebrato da tutti i compagni della sua sezione. Più grande è la sezione (cioè più in basso si trova), maggiore è la massa di chi capisce la parola di quell'artista. È chiaro che ognuna di queste sezioni ha consciamente o (più spesso) inconsciamente fame del proprio pane spirituale. È il pane che le danno i sui artisti, e a cui domani aspirerà la sezione successiva.]
[Continua ........Quest'esposizione schematica non esaurisce certo il quadrodella vita spirituale. Fra l’altro non mostra un lato in ombra: una grande macchia nera, senza vita.
E allora l'ingegno, il talento (in senso evangelico) può diventare una maledizione, non solo per l'artista che lo possiede, ma anche per chi mangia il pane avvelenato. L'artista che usa la sua energia per soddisfare esigenze meno elevate, dà un contenuto impuro a una forma apparentemente artistica, mescola elementi deboli ad elementi negativi, fa ingannare gli uomini, e li aiuta a ingannare se stessi convincendoli che sono spiritualmente assetati, e che possono soddisfare la loro sete ad una sorgente pura. Opere come queste non favoriscono un movimento verso l'alto, ma lo frenano, soffocano il desiderio di migliorare e diffondono la peste.]
[Continua........I periodi in cui l'arte non ha grandi uomini, in cui manca il pane metaforico, sono periodi di decadenza spirituale. Le anime continuano a cadere dalle sezioni superiori a quelle inferiori, e tutto il triangolo sembra fermo.
Sembra abbassarsi e arretrare. In queste epoche silenziose e cieche gli uomini danno importanza solo al successo esteriore, si preoccupano unicamente dei beni materiali, esalutano come una grande impresa il progresso tecnologico, che giova e può giovare solo al corpo. Le energie spirituali vengono sottovalutate, se non ignorate.
I pochi che hanno ideali e senso critico sono scherniti considerati anormali. Le rare anime che non sanno restare avvolte nel sonno e sentono un oscuro desiderio di spiritualità, di conoscenza e di progresso, infondono una nota di tristezza e di rimpianto nel grossolano coro materiale. La notte diventa sempre più fitta. Il grigiore si addensa intorno a queste anime tormentate e sfibrate dai dubbi e dalle paure, che spesso preferiscono un salto improvviso e violento nel buio piuttosto che una lenta oscurità.]
[Continua.......L’arte, che in tempi come quelli ha vita misera, serve solo a scopi materiali. E poiché non conosce materia delicata cerca un contenuto nella materia dura, deve sempre riprodurre gli stessi oggetti. Il« che cosa » viene eo ipso meno; rimane solo il problema di « come » l'oggetto materiale debba essere riprodotto dall'artista.
Questo problema diventa un dogma. L'arte non ha più anima. Su questa via del « come», l'arte procede. Si specializza e diventa comprensibile solo agli artisti, che cominciano a lamentarsi dell'indifferenza del pubblico. Poiché in tempi simili l’artista medio non ha bisogno di dire molto e gli basta un minimo di diversità per farsi notare e osannare da certi gruppetti di mecenati e conoscitori (il che può comportare grandi vantaggi materiali), una gran massa di persone superficialmente dotate si butta sull’arte che sembra così facile. In ogni centro artistico vivono migliaia e migliaia di artisti, la maggior parte dei quali cerca solo una maniera nuova, e crea milioni di opere d'arte col cuore freddo e l'anima addormentata.]
[Continua........La «concorrenza » cresce, La caccia spietata al successo rende la ricerca sempre più superficiale. I piccoli gruppi, che casualmente si sono sottratti a questo caos dl artisti e di immagini si trincerano nelle posizioni conquistate. Il pubblico, che è rimasto arretrato, guarda senza capire, non ha interesse per un'arte simile e le volta tranquillamente le spalle.
Nonostante l'accecamento, il caos e la caccia spietata, il triangolo spirituale procede lentamente, ma irresistibilmente verso l'alto.
Mosè torna di nascosto dal monte e vede danzare i torno al vitello d'oro. Ma porta agli uomini una nuova sapienza.
ll suo linguaggio, inaccessibile alle masse, è subito capito dall'artista che, dapprima inconsapevolmente, risponde all'intimo appello. Nel problema del « come »si nasconde la possibilità della guarigione. E anche se nell'insieme il « come » è un problema sterile, la stessa ricerca di «diversità» o, diremmo oggi, di «personalità», fa scorgere negli oggetti non solo la cruda e aspra materia, ma anche qualcosa dimeno corporeo di quell'oggetto realistico che si voleva riprodurre «cosi com'è», « senza interventi della fantasia ».]
[Continua.......Esteriormente i movimenti delle scimmie sono perfettamente uguali a quelli dell'uomo. Una scimmia sta seduta, tiene in mano un libro, lo sfoglia, assume un atteggiamento pensieroso, ma ai suoi movimenti manca un senso interiore......La nostra anima si sta risvegliando da un lungo periodo di materialismo e racchiude in sè i germi di quella disperazione che nasce dalla mancanza di una fede, di uno scopo, di una meta.]
Nome:
Trasfigurazione 21
Tecnica:
A fresco, biointonaco su tela di juta - 90 x 120
[Continua.........Se poi i « come »coinvolge anche l'emotività dell'artista e sa esprimere le sue più intime esperienze, l'arte si pone già sulla via dove più tardi ritroverà necessaria
mente il perduto « che cosa », cioè il pane spirituale del risveglio spirituale ora all'inizio. Questo «che cosa» non sarà più il « che cosa » materiale, oggettivo dell'epoca passata, ma un contenuto artistico: sarà l'anima dell'arte, senza la quale il corpo il (« come ») non può vivere una Vita piena e sana proprio come un uomo o un popolo.
Questo «che cosa» è il contenuto che solo l'arte può cogliere e che solo l'arte, coi mezzi che lei sola possiede, può esprimere nitidamente.]
Nome:
Omaggio a Marco Vitruvio Pollione
Tecnica:
Resina bianca, 30 x 20 x 12
Nome:
Figura
Tecnica: Resina nera, 18 x 22 x 12
Vai al modulo Contatti per conoscere i costi
Affresco su tela
Presentazione della cartella "Trasfigurazione" - Roma
Invito alla XV edizione della Florence Biennale, 18 al 26 ottobre 2025
Mostra collettiva d'Arte Moderna e Contemporanea 2025 ("Contenente 2" )
Mostra del XLI Premio Firenze in palazzo BASTOGI 2025 ("Trasfigurazione 11")
© Antonio Vannucci